giovedì 18 agosto 2016

IL FUTURO È RIPARTIRE DAI GIOVANI E DALLA TERRA
Se fossimo interrogati sulle cose da non  fare e quelle da fare riguardo una corretta alimentazione, certamente avremmo sùbito un elenco infinito delle cose da non fare e questo per non incorrere nell’epidemia globale dell’obesità e dei suoi disordini associati (diabete di tipo II, steatosi epatica, disordini cardiovascolari).
Per prevenire la cosiddetta “globesity”(epidemia dei paesi ricchi) con le sue relative implicazioni sanitarie, siamo bombardati da spot e slogan del tipo: alimentazione varia e bilanciata, attività fisica costante, privilegiare frutta e verdura, diminuire i grassi saturi e privilegiare quelli insaturi, limitare il consumo degli zuccheri e così via.
Forse al di là di una campagna divulgativa riguardo il saper mangiare per far bene alla salute, manca il pensare una “cultura alimentare” a largo raggio per poi trarne i benefici a lungo termine, nel futuro di un mondo che cambia.
Sono tante ed enormi le questioni che ostacolano tutto questo: l’uso massiccio di fertilizzanti e pesticidi sintetici che impoverisce il suolo e affama i produttori, il cibo che finisce al macero di contro ai milioni di malnutriti ed affamati e alle numerose persone affette da obesità per sovralimentazione, l’accaparramento della terra da parte delle multinazionali che impoverisce i piccoli produttori dell’unica fonte di sostentamento.
E’ la politica che dovrebbe farsi carico di queste questioni ma, se non c’è una presa di coscienza dei cittadini e non si avverte la responsabilità di fare scelte che possono cambiare l’intero sistema, non c’è occasione di costruire un futuro diverso nel rapporto fra cibo e pianeta terra.
Dare ai produttori ed agricoltori di piccola scala un ruolo centrale in questo percorso è fondamentale ma non è sufficiente, si deve lavorare per aiutare le giovani generazioni a ritornare alla terra ed occuparsi della produzione del cibo seguendo le regole di chi produce in maniera buona e senza ricadute negative sull’ambiente.
A Milano si è svolto dal 3 al 6 Ottobre 2015 l’evento Terra Madre Giovani che ha radunato 2500 contadini, pastori, pescatori, allevatori, casari, birrai, artigiani e attivisti da 120 paesi del mondo e tutti sotto i 40 anni di età. Un’occasione per dimostrare che i giovani e l’agricoltura possono fare la differenza ed aiutare a pensare una più genuina cultura alimentare.
Ripartire dai giovani e dalla terra forse è l’unica strada percorribile, altrimenti non c’è  futuro.

Per un approfondimento di questi temi cfr Vittorio A.Sironi-Gabriella Morini, Le declinazioni del cibo. Nutrizione, salute, cultura, Editori Laterza, Roma-Bari 2015

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