IL FUTURO È RIPARTIRE DAI GIOVANI E
DALLA TERRA
Se fossimo interrogati sulle
cose da non fare e quelle da fare
riguardo una corretta alimentazione, certamente avremmo sùbito un elenco
infinito delle cose da non fare e questo per non incorrere nell’epidemia
globale dell’obesità e dei suoi disordini associati (diabete di tipo II, steatosi
epatica, disordini cardiovascolari).
Per prevenire la cosiddetta
“globesity”(epidemia dei paesi ricchi) con le sue relative implicazioni
sanitarie, siamo bombardati da spot e slogan del tipo: alimentazione varia e
bilanciata, attività fisica costante, privilegiare frutta e verdura, diminuire
i grassi saturi e privilegiare quelli insaturi, limitare il consumo degli
zuccheri e così via.
Forse al di là di una campagna
divulgativa riguardo il saper mangiare per far bene alla salute, manca il
pensare una “cultura alimentare” a largo raggio per poi trarne i benefici a
lungo termine, nel futuro di un mondo che cambia.
Sono tante ed enormi le
questioni che ostacolano tutto questo: l’uso massiccio di fertilizzanti e
pesticidi sintetici che impoverisce il suolo e affama i produttori, il cibo che
finisce al macero di contro ai milioni di malnutriti ed affamati e alle
numerose persone affette da obesità per sovralimentazione, l’accaparramento
della terra da parte delle multinazionali che impoverisce i piccoli produttori
dell’unica fonte di sostentamento.
E’ la politica che dovrebbe
farsi carico di queste questioni ma, se non c’è una presa di coscienza dei
cittadini e non si avverte la responsabilità di fare scelte che possono
cambiare l’intero sistema, non c’è occasione di costruire un futuro diverso nel
rapporto fra cibo e pianeta terra.
Dare ai produttori ed
agricoltori di piccola scala un ruolo centrale in questo percorso è fondamentale
ma non è sufficiente, si deve lavorare per aiutare le giovani generazioni a
ritornare alla terra ed occuparsi della produzione del cibo seguendo le regole
di chi produce in maniera buona e senza ricadute negative sull’ambiente.
A Milano si è svolto dal 3
al 6 Ottobre 2015 l’evento Terra Madre Giovani che ha radunato 2500 contadini,
pastori, pescatori, allevatori, casari, birrai, artigiani e attivisti da 120
paesi del mondo e tutti sotto i 40 anni di età. Un’occasione per dimostrare che
i giovani e l’agricoltura possono fare la differenza ed aiutare a pensare una
più genuina cultura alimentare.
Ripartire dai giovani e
dalla terra forse è l’unica strada percorribile, altrimenti non c’è futuro.
Per un approfondimento di
questi temi cfr Vittorio A.Sironi-Gabriella Morini, Le declinazioni del cibo. Nutrizione, salute, cultura, Editori
Laterza, Roma-Bari 2015
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