MANGIARE
BENE NON E’ PECCATO
Il
più delle volte seguire una dieta è sinonimo di privazioni e di cucina monotona
e ripetitiva. Seguire un piano alimentare prestampato o redatto al computer
diventa un obbligo spiacevole perché legato ad una determinata patologia e per
ciò destinato ad essere abbandonato quanto prima possibile. Basti pensare a
quante persone in sovrappeso e a quanti diabetici, seppure inizialmente pervasi
da scrupolosa attenzione, finiscano per trascurare i freddi schemi dietetici
che ignorano la legittima attenzione per il gusto e per le sane tradizioni
alimentari.
E’
proprio qui il problema: la convinzione che una dieta non rispetti gusto e
olfatto ma, se pur personalizzata, sia univocamente e strettamente legata al
raggiungimento di un risultato ossia dimagrire. E per dimagrire bisogna
soffrire.
Nell’elaborazione
di questo pregiudizio rientrano diversi fattori: l’accezione negativa del
termine dieta; il fatto che l’offerta alimentare sia concepita solo per
tacitare lo stimolo della fame, non importa con che cosa, purché subito e spesso
nei pressi del posto di lavoro; il binomio più mangio e più mi sento bene
perché sono stressato e devo rilassarmi gratificandomi mangiando senza regole
ed altro ancora.
Il
concetto del mangiare poco e bene legato ad assaporare e gustare meglio ciò che
si mangia non si capisce fino a quando non ne hai fatto esperienza diretta. Contemporaneamente
la prevenzione e la dietoterapia delle patologie legate al sovrappeso
dovrebbero recuperare l’interesse per il sapore e la piacevolezza dell’atto
alimentare.
E’
interessante osservare che anche la letteratura scientifica ha valorizzato il
ruolo di un pasto gradito rifacendosi a un potenziamento delle difese
immunitarie a livello del cavo orale e del tratto gastrointestinale; sembra che
le sensazioni piacevoli possano stimolare positivamente l’immunoprotezione per
diverse ore, confermando le vecchie intuizioni popolari su quanto l’allegria,
il piacere e la serenità possano contribuire a proteggerci dalle malattie ( “
il riso fa buon sangue” , “ ridi che ti passa” ).
Quali
sono, allora, le regole giuste del mangiare bene? Riscoprire il gusto, la
genuinità dei prodotti tipici della tradizione, educare i più giovani a
riconoscere e apprezzare gli aromi e i gusti che i prodotti commerciali e il
fast food rischiano di cancellare.
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